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I punti di interesse nell’analisi investigativa criminale relativi agli omicidi a sfondo sessuale

 

Gli omicidi a sfondo sessuale sono quelli riconoscibili in relazione allo stato della vittima e/o della scena del crimine.

 

Gli indici rivelatori dai quali è possibile desumere che si tratta di un omicidio di tal tipo sono ravvisabili nel fatto che:

 

  • il corpo può essere nudo;

  • gli organi sessuali possono essere esposti o feriti;

  • la vittima può essere disposta in una posa provocatoria;

  • nelle sue cavità è possibile ritrovare la presenza di oggetti estranei;

  • un esame approfondito può rivelare prove di sesso vaginale, orale o anale;

  • la scena può presentare tracce di attività sessuale alternativa e/o di masturbazione.

 

Tali omicidi rientrano all’interno di una tipologia di casi potenzialmente idonei a causare una certa pressione esterna, anche sul fronte più strettamente mediatico: pertanto, l’analisi della scena del crimine diviene un aspetto estremamente importante per il rinvenimento di prove materiali idonee a rivelare alcuni tratti comportamentali dell’assassino.

 

In questo contesto il personale addetto alle attività investigative procede ad identificare la vittima, a stabilire il punto di aggressione iniziale, ad appurare il modo in cui la vittima è stata scelta ed alla ricostruzione delle attività della vittima, prima e dopo la morte.

 

All’interno dell’analisi investigativa criminale lo scopo principale delle indagini consiste nell’individuare e identificare l’individuo e/o gli individui che possono avere avuto motivi di risentimento nei confronti della vittima, o tratto vantaggio dalla sua morte. 

Una volta stabilito ciò l’indagine finisce per restringersi all’individuo identificato, alla ricerca delle opportunità che può avere avuto di commettere il reato e alle prove raccolte sulla scena del crimine e che possono collegare questa o il fatto particolare alla persona.

 

Ne deriva che, una volta individuata la vittima, la fase preliminare delle indagini dovrà concentrarsi nell’area della cerchia familiare della vittima, cercando di individuare possibili parenti, amanti o colleghi da far rientrare nella lista dei sospetti. Laddove questo tipo di analisi dovessero portare ad escludere tali soggetti dalla cerchia dei sospettabili, sarà necessario soffermarsi sull’identificazione del soggetto che ha avuto possibilità di commettere l’omicidio, individuando il momento in cui le sue attività si sono incrociate con quelle della vittima.

 

In tutte quelle indagini in cui l’autore del reato non è noto, non lo saranno, ovviamente, neanche le sue attività. L’indagine, quindi, dovrà prendere le mosse dall’unico punto idoneo a fornire informazioni disponibili, ossia “da un’attenta osservazione ed anamnesi della scena del crimine e della vittima”.

 

Lo studio delle vittime, unitamente alle loro caratteristiche personologiche, dell’ambiente in cui vivono o vivevano è un indicatore importante nello spiegare alcuni passaggi salienti di un evento delittuoso e per arrivare ad individuare il profilo di un offender. 

 

Pertanto, se l’analisi vittimologica, da un lato, si rivela un fondamentale punto di partenza per indirizzare correttamente il prosieguo delle indagini, dall’altro lato la corretta disamina delle informazioni presenti negli atti processuali è ciò che può consentire un’accurata ricostruzione della criminodinamica del delitto.

Le tre aree idonee ad essere esplorate sono le attività della vittima, il modo in cui è stata scelta come bersaglio e cosa le è stato fatto. Analogamente, la rilevanza della scena, il modo in cui è stata scelta e le prove che fornisce costituiscono, nel loro insieme, un canale indispensabile da seguire.

 

Uno strumento investigativo rivelatosi valido nell’analisi triangolare del rapporto tra vittima, scena del crimine e suo assassino, comporta l’uso dell’analisi investigativa criminale, vale a dire l’esame psicologico del crimine che prevede l’individuazione e l’interpretazione fenomenologica di alcuni tipi di “prove” che con maggiore probabilità rispetto ad altre consentono di ricostruire il tipo di personalità del soggetto che ha commesso il fatto.

 

La scena del crimine va, per così dire, cristallizzata nel tempo e nello spazio, al fine di evitare che elementi successivi ed estranei possano alterarla e/o inquinarla. Le tracce, nella loro natura intrinseca di “esiti di comportamenti diretti e indiretti”, vanno raccolte, contestualizzate e interpretate.

 

Avv. Raffaella Beato

Dott. Gian Luca Pizzichelli

 

 

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